M.I. ha deciso di astenersi sul documento conclusivo approvato dalla maggioranza del C.D.C. a commento della vicenda di Salerno e Catanzaro, perché non si è dato atto in alcun modo delle osservazioni critiche che i rappresentanti di M.I. hanno sviluppato sul contenuto dei precedenti comunicati in proposito diffusi dalla G.E.C.
M.I. ha richiamato la necessità che in ogni sede – e quindi anche da parte del C.S.M. – sia assicurato il pieno rispetto delle regole procedurali e, in particolare, sia evitata qualunque commistione tra la procedura amministrativa di trasferimento per c.d. “incompatibilità ambientale” e quella disciplinare.
Quanto alla dichiarata disponibilità dei gruppi di maggioranza dell’A.N.M. ad un confronto su possibili interventi di riforma ordinamentale, M.I. osserva che si tratta – ancora una volta – di enunciazioni generiche. Sin da ora appare evidente, ad esempio, la necessità di una modifica della legge elettorale del C.S.M. che assicuri una maggiore libertà di scelta da parte degli elettori, spezzando l’attuale vincolo rigido tra voto di preferenza individuale e designazione del gruppo associativo di riferimento dei singoli candidati. Ancora, è indifferibile una netta separazione tra le funzioni di autogoverno e giurisdizione disciplinare.
M.I. ha votato contro la proposta di istituire un “ufficio stampa” dell’A.N.M., perché le concrete modalità di svolgimento dell’incarico, di supporto all’attività della sola G.E.C., rischiano inevitabilmente di creare una disparità di trattamento, sul piano della comunicazione ai media delle posizioni associative tra i gruppi di maggioranza e quello di opposizione. Si tratta di un problema di sostanza e non di forma; è un problema di democrazia interna che – a nostro parere – doveva essere risolto in altro modo.
Il Gruppo di M.I. al C.D.C. dell’A.N.M.