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ATTI DEL CDC

Il ruolo dell'Associazione Nazionale Magistrati: documento per la seduta del C.D.C. del 15 settembre 2018

  Atti del cdc 
 lunedì, 3 settembre 2018

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NON VOGLIAMO UNA ANM CHE SI COMPORTI DA SOGGETTO POLITICO

Innanzitutto, ringraziamo il Presidente, che ci ha dato la possibilità di discutere apertamente di un tema che riteniamo fondamentale, che attiene alla verifica della ammissibilità e della opportunità che la nostra Associazione intervenga su questioni di rilievo politico ovvero coinvolgenti profili eticamente sensibili della nostra società;

si pensi, ad esempio, alle vicende che, negli ultimi mesi, hanno acceso  il pubblico dibattito sul problema dei migranti o su altre tematiche che hanno caratterizzato l’azione del nuovo Governo.

Abbiamo da sempre sostenuto - e tutelato - il diritto del singolo magistrato di poter esprimere le proprie idee politiche (lato e stricto sensu intese) al pari di qualsiasi cittadino;

riteniamo anche possibile che ogni gruppo associativo intervenga su tali tematiche, pur se, per quanto ci riguarda, preferiamo non agire in tale senso (rispettiamo ma assolutamente non condividiamo alcuni recenti comunicati di Magistratura Democratica e di Area DG che, al di là delle intenzioni, di fatto rischiano di far assumere ai predetti gruppi l’improprio ruolo di soggetto politico nonché di rappresentare un’indebita interferenza sull’attività degli organi giudiziari competenti):

- sia perché la nostra cifra – l’indipendenza -  ci impedisce di delineare un’unica linea di pensiero che assorba, su tali delicate tematiche, il pensiero dei colleghi (non vi sono soluzioni univocamente certe e valide su cui si possano impartire lezioni);

- sia perché teniamo ad evitare che, all’esterno, si abbia anche solo l’impressione che un gruppo associativo della magistratura agisca come un partito politico o come una sua propaggine.

Siamo però profondamente convinti che l’Associazione Nazionale Magistrati non possa e non debba intervenire su tali tematiche.

L’Associazione Nazionale Magistrati, anche se è una privata associazione, rappresenta la Magistratura, e viene considerata e percepita dai cittadini come alta espressione del potere giudiziario dello Stato, separato da quello legislativo e dal potere esecutivo. 

In tale veste, l’Associazione Nazionale Magistrati deve assicurare ed offrire ai cittadini tranquilla certezza dell'indipendenza dei magistrati ai fini dell'applicazione imparziale ed oggettiva della legge.

Chi è sottoposto ad un procedimento giudiziario deve sapere di poter esercitare le sue prerogative difensive innanzi ad un magistrato che è ed appare terzo, imparziale ed al di sopra di interessi politici.

E’ a tale scopo che l’Associazione Nazionale Magistrati prontamente interviene ogni volta che tale indipendenza sia anche solo vagamente avvertita come minacciata o intaccata. 

Ed è per gli stessi motivi che l’Associazione Nazionale Magistrati non può e non deve intervenire su temi che sono controversi o sui quali vi siano diverse sensibilità all’interno ed all’esterno della magistratura, con l’errata convinzione di avere, come scopo statutario, quello della tutela dei diritti fondamentali della Costituzione.

La tutela dei diritti fondamentali della Costituzione non spetta all’ Associazione Nazionale Magistrati, ma ai singoli magistrati nell’esercizio delle funzioni attribuite loro dalla Costituzione; tale tutela dei diritti si appresta nelle aule di giustizia e non nelle tribune politiche, sui giornali o con proclami dal sapore politico.

L’Associazione Nazionale Magistrati, proprio perché è percepita come “voce” del potere giudiziario, non può dunque esprimersi su tali tematiche.

Neppure l’Associazione Nazionale Magistrati può esprimersi con comunicati contro o a favore dell’indirizzo politico del Governo: le scelte di indirizzo politico sono prerogativa squisitamente governativa, con cui si determinano le linee fondamentali di sviluppo dell’ordinamento e della politica interna ed esterna dello Stato. 

Ove ciò facesse, l’Associazione Nazionale Magistrati si trasformerebbe inevitabilmente in un “soggetto politico”:

ciò in aperto contrasto con l’art. 2 del nostro Statuto, che esclude radicalmente tale possibilità, ed in contraddizione con la sacrosanta pretesa di veder riconosciuta ai magistrati l’indipendenza sancita dalla Costituzione.

Lo scopo dell’Associazione Nazionale Magistrati, a nostro giudizio, deve essere quello di garantire una netta distinzione tra i poteri dello Stato a garanzia dell’indipendenza dei magistrati ed a tutela dei cittadini, e dunque:

- l’Associazione Nazionale Magistrati interviene laddove vi sia una palese intromissione di organi o soggetti delle Istituzioni nell’esercizio dell’attività giurisdizionale;

- l’Associazione Nazionale Magistrati si astiene dal censurare comportamenti di esponenti, sia del Governo che dell’opposizione parlamentare, che rientrino nell’ambito della loro attività politica e che non trasmodino nella denigrazione del singolo magistrato o della funzione giurisdizionale.

Solo il reciproco riconoscimento e il rigoroso rispetto dei differenti ruoli e prerogative garantiscono la tenuta dello Stato democratico e conferiscono a tutte le Istituzioni, ed anche all’ANM, quella autorevolezza che in passato è stata offuscata da un prolungato scontro e da indebite interferenze tra il potere politico e quello giudiziario.

Non ci riteniamo responsabili delle posizioni assunte dall’Associazione Nazionale Magistrati nel passato, allorché il gruppo di Magistratura Indipendente era “all’opposizione”, ma adesso che ne abbiamo assunto la corresponsabilità, è bene ricordare:

- che siamo stati i promotori dell’intervento della GEC sulle dichiarazioni, rilasciate dal Ministro dell’Interno nonché segretario di partito, relative all’attività giudiziaria svolta dalla Procura di Genova sui fondi della Lega,

- che abbiamo aderito senza esitazioni al comunicato della GEC sulla vicenda della nave Diciotti, nella parte in cui venivano messe in discussione le prerogative dell’Autorità Giudiziaria ed indipendentemente dal merito dell’iniziativa.

Al tempo stesso, ci siamo opposti con fermezza:

- al comunicato della GEC in merito alle dinamiche e polemiche scaturite nel periodo della formazione del nuovo Governo,

- alle proposte del gruppo di Area DG:  a) d’intervenire sul contenuto del contratto di Governo; b) a quella di criticare nel merito la politica governativa sui migranti nella vicenda della ONG Aquarius; c) a quella di intervenire sulle dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Consiglio in occasione del crollo del ponte di Genova, di non voler attendere i tempi dell’inchiesta penale per avviare la procedura di revoca della concessione rilasciata per la gestione della rete autostradale.

Questa è l’Associazione Nazionale Magistrati che noi vogliamo e che ci rappresenta e, per queste ragioni, non possiamo aderire a proposte che possono mettere in discussione questi valori o che, anche involontariamente, possono prestarsi a strumentalizzazioni sul ruolo della nostra Associazione.

   I componenti del Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati di Magistratura Indipendente

 
 
 
 
 
 

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