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ELEZIONI CDC

SABRINA CICERO

  Elezioni cdc 
 lunedì, 24 febbraio 2020

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Mi chiamo Sabrina Cicero e sono nata a Roma il 31 maggio 1971; dopo la laurea, ho intrapreso la preparazione al concorso in magistratura frequentando un corso di formazione specifico, nonché la Scuola di specializzazione per le professioni legali e forensi presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Nel frattempo, dopo aver superato l’esame di avvocato nel settembre del 2004, ho esercitato la professione forense presso uno studio legale di Roma, specializzato in diritto civile.

Sono in magistratura dal dicembre 2007 ed ho svolto sempre funzioni giudicanti. La mia prima sede di lavoro è stata il Tribunale di Treviso, dove ho prestato servizio dal 2009 al 2013; dal 2013 e fino all’ottobre 2018 ho svolto funzioni di magistrato distrettuale giudicante presso la Corte d’Appello di Trieste; dal 17 ottobre 2018 esercito le funzioni di giudice civile presso il Tribunale di Trieste.

Dal momento dell’accesso in magistratura sino ad oggi, ho svolto funzioni di: giudice civile (specializzato nella materia della famiglia); giudice tutelare e delle amministrazioni di sostegno; giudice per le indagini preliminari e l’udienza preliminare; magistrato applicato presso la Corte d’Appello – Sezione Penale. Attualmente svolgo le funzioni di giudice civile, specializzato nella materia della famiglia, nonché di giudice tutelare delle amministrazioni di sostegno. Il Consiglio giudiziario di Trieste ha di recente proposto al CSM la mia nomina quale magistrato collaboratore per le funzioni civili dei MOT nominati con D.M. 3.1.2020.

Sin dal momento dell’ingresso in magistratura sono stata simpatizzante ed ho sempre votato per Magistratura Indipendente, nei cui valori ed idee mi ritrovo appieno.
Sebbene non abbia una esperienza associativa paragonabile a quella di altri colleghi, ho comunque accettato l’invito a candidarmi perché sono fermamente convinta del fatto che nell’attuale, difficile momento storico, non si possa restare spettatori ed occorra, al contrario, mettersi al servizio del gruppo in nome di valori di cui Magistratura Indipendente si è sempre fatta portatrice.
Prima fra tutte, l’idea che la legittimazione sociale della giurisdizione, e dunque del nostro lavoro, passi attraverso una corretta ed efficiente organizzazione degli uffici giudiziari, che vede quale presupposto imprescindibile quello relativo al carico di lavoro assegnato al singolo magistrato. Una risposta tempestiva, adeguata, da parte di un magistrato attento, che lavori con serenità e che mostri il volto “umano” della giustizia (anche attraverso la scelta dei termini utilizzati nella redazione dei propri provvedimenti) non può che avvicinare il cittadino al sistema giustizia, rassicurandolo circa il fatto che la sua personale vicenda sarà trattata con l’attenzione che merita. Credo sia, questa, una sfida che non possiamo non raccogliere.
Mi piacerebbe inoltre – quale magistrato chiamato a svolgere le funzioni di giudice tutelare in una peculiare realtà territoriale, quale è quella triestina – dare voce ai molti colleghi giudici tutelari il cui ruolo viene spesso “sacrificato” nella organizzazione degli uffici ed ai quali viene invece quotidianamente richiesto, nei fatti, un supplemento di pazienza e di umanità nell’esercizio della propria funzione, a servizio della comunità, delle famiglie, delle fasce più deboli della popolazione.

 
 
 
 
 
 

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