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Cosimo Ferri sulle primarie ANM

 mercoledì, 23 dicembre 2009

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Cari Colleghi,
desidero tornare sull'argomento delle cosiddette primarie, dapprima
proclamate a gran voce dall'ANM, come panacea di tutti i mali per la
selezione aperta dei candidati al CSM, e, poi, repentinamente ritirate,
asseritamente a causa della posizione contraria assunta da M.I.
Nell'intento di una corretta informazione,  mi corre l'obbligo di
evidenziare come l'ANM, prima fra tutti, non credesse in realtà in alcun
modo a questa specie di primarie che - a mio avviso - sono state indette al
solo fine di ritrovare un'apparente legittimazione agli occhi dei colleghi.
Trovo, infatti, singolare - a dire il meno - che la stessa ANM abbia oggi
così sbrigativamente proclamato il fallimento delle primarie a causa della
posizione critica di M.I. , quando la corrente maggioritaria di Unicost
aveva già pronti i suoi candidati, sia nel distretto di Milano che in quelli
di Roma  e di Catania (e nelle altre correnti sono ancora aperti i giochi
interni),  tutti designati - guarda caso - nel giro d'una settimana, tanto
per ribadire - se ce ne fosse ancora bisogno - che i vertici delle correnti
sanno in realtà  già molto bene in anticipo chi devono candidare e chi no.
La verità, quindi, è che non può ascriversi proprio nessuna colpa a M.I.
circa il fallimento di queste consultazioni perché le stesse, così come
concepite, non erano altro che una pietosa farsa, un'inutile commedia ordita
al fine di rappresentare un'apparente uscita dalla logica delle designazioni
che piovono dall'alto, con la speranza di ricadute legittimanti l'operato
dei suoi sostenitori,  alla frenetica ricerca di una provvidenziale
convalida dei loro giochi interni.
E - a ben vedere - questa fulminea retromarcia dell'ANM implicitamente non
fa che confermare le riserve che avevo da  subito prospettato:
*1) Chi è che di fatto avrebbe partecipato alla consultazione?*
*Il risultato emergente dalla consultazione non avrebbe di certo potuto
rispecchiare attendibilmente le vere preferenze di tutto l'elettorato e,
pertanto, nemmeno avrebbe potuto essere valutato come statisticamente
attendibile per scegliere il miglior candidato.*
*Il rischio era piuttosto la vittoria di una "democrazia dei militanti", in
quanto gli schieramenti organizzati non avrebbero rinunciato a far valere il
loro peso anche nelle primarie.
*2) Con le primarie ci si andava a procurare solo un "sondaggio" sul legame
fra le valutazioni delle correnti e l'effettivo "umore" della base
elettorale, mettendo in guardia le stesse correnti sul tipo di "correttivo"
(quanto genuino?) che avrebbe dovuto essere adottato per la vera
competizione.*
*3) Si sarebbe determinata in più la possibilità (affatto remota) che gli
elettori di un gruppo associativo decidessero di partecipare alla scelta di
un candidato di un gruppo avversario, cercando d'influenzare le elezioni
nella direzione reputata più favorevole (prassi patologica della c.d.
"scelta dell'avversario").*
*4) L'elettorato avrebbe poi concentrato la sua attenzione sul candidato
ritenuto vincente ovvero su quello che semplicemente preferisce ?*
*Se si mettono in competizione un candidato forte e più candidati di
minoranza, non occorre infatti fare altro che attendere il plebiscitario
consenso per il primo.*
*5) I rimescolamenti nel giro degli appoggi esterni alle candidature,
sebbene
animati dall'intenzione di "superare gli steccati", avrebbero finito per
determinare un potere di condizionamento degli stessi candidati "esterni" da
parte del gruppo che li avrebbe sostenuti.*
*6) La vincolatività alle primarie non avrebbe avuto alcun senso poiché a
nessuno poteva essere impedito di candidarsi sempre e comunque.*
*7) Ecco che allora, in questo modo, un evento di democrazia allargata si
sarebbe potuto trasformare in una "proposta gattopardesca": una messa in
scena in cui si fa bella mostra di aderire alle innovazioni per non perdere,
in realtà, antichi poteri e consolidati privilegi.*
*Per questo, ho sostenuto e continuo a sostenere che queste primarie, così
come sono state frettolosamente e quindi maldestramente concepite, si sono
palesate del tutto prive di senso o, meglio, se ne avevano uno, purtroppo
non era certo quello loro proprio, bensì quello di lasciare l'ultima parola
alle correnti: primarie che servivano soltanto per ratificare, e nel
contempo apparentemente legittimare, decisioni, in realtà, già prese in
anticipo dagli apparati dirigenti dei gruppi.*
È ora che l'ANM cominci ad occuparsi dei problemi veri che affliggono la
magistratura, primo fra tutti quello degli standard esigibili.*
Saluti  e Auguri di Buon Natale a tutti Voi.*
Cosimo Maria Ferri*
 
 
 
 
 
 

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