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EPIDEMIA, SICUREZZA SUL LAVORO E MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA’

 sabato, 28 marzo 2020

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Per contrastare la diffusione del virus Covid-19, in assenza di efficaci presidi di carattere farmacologico e di specifiche terapie preventive, il Governo ha adottato provvedimenti drastici a tutela della collettività, imponendo la chiusura di tutti i luoghi aperti al pubblico, il divieto di circolare senza una valida giustificazione e l’obbligo di restare presso il proprio domicilio, salve le eccezioni per tutte le attività ritenute essenziali e indispensabili. L’attività giudiziaria, pur subendo un necessario blocco per tutti gli affari giudiziari non urgenti, non si è tuttavia arrestata: anzi, i recenti provvedimenti normativi hanno richiesto una rimodulazione delle numerosissime attività urgenti e non rinviabili, sollecitando i magistrati alla trattazione degli affari che solo in pochi casi possono celebrarsi in modalità “da remoto”. M.I. rileva che, nonostante la gravità della situazione, i magistrati italiani, dimostrando profondo senso istituzionale e responsabilità per la funzione svolta, non si sono sottratti ai propri doveri continuando ad essere presenti quotidianamente nei propri uffici, lavorando incessantemente in ambienti non sempre sanificati, senza ricevere, il più delle volte, alcun presidio di tutela adeguato (mascherine, guanti. etc.) ad evitare o ridurre il rischio di essere contagiati e di ammalarsi, come purtroppo è successo a molti. Con altrettanto senso del dovere e spirito di servizio si sta spendendo il personale amministrativo, per il quale il lavoro da remoto, sebbene sollecitato dal Ministero, si rivela nella prassi di difficile attuazione per le inadeguatezze dei sistemi informatici obsoleti e difficilmente compatibili con un lavoro cd. agile. M.I. prende atto che la situazione drammatica ed emergenziale di questi giorni ha amplificato le gravi carenze dei tribunali italiani, dove viene fotografata una situazione insalubre e poco sicura che è stata largamente sottovalutata per la latitanza di chi avrebbe dovuto vigilare e intervenire. Il recentissimo e grave episodio del devastante incendio scoppiato al Tribunale di Milano è la triste riprova di quanto, da sempre, è stato inutilmente denunciato. In questo scenario emergenziale, desta molta preoccupazione l’eventualità dell’accesso a misure di assistenza finanziaria nell’ambito del Meccanismo Europeo di Stabilità. Paiono infatti prevalere nell’Unione europea inaccettabili egoismi nazionalistici anziché una logica di solidarietà e leale cooperazione. In questo contesto, non si può consentire che l’eventuale accesso al MES si possa tradurre in ulteriori sacrifici a carico delle persone e delle famiglie già duramente provate dall’epidemia, con la sospensione dei rapporti di lavoro privato (e conseguente ricorso agli ammortizzatori sociali) e potendosi altresì prospettare la riduzione dei trattamenti retributivi in essere per il settore pubblico. Chiediamo fortemente che la Giunta Esecutiva Centrale, prendendo atto di tale difficile contesto, svolga una funzione attiva e di propositiva vigilanza:
- per la salute e la sicurezza di tutti gli addetti alla Giustizia; - per evitare che l’enorme costo economico della pandemia si traduca in irreversibili perdite di posti di lavoro e in una crisi sociale dalle inevitabili ricadute sul già troppo sofferente settore della giustizia.

28 marzo 2020
 

Magistratura Indipendente
Il Presidente Mariagrazia Arena
Il Segretario Paola D’Ovidio

 
 
 
 
 
 

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