GIUSTIZIA: PIRAINO (MI), 'RIFORMA PERICOLOSA, NON CURA CARRIERISMO, SCIOPERO SCELTA OBBLIGATA'
Roma, 14 mag.(Adnkronos)
"Una scelta obbligata: le molte occasioni di confronto con il Parlamento e la Ministra non hanno dato frutto, perché non si sono compresi i pericoli insiti in questa riforma, quindi ci vediamo costretti a manifestare il nostro disagio con questo sciopero. Lo facciamo solo ora perché non abbiamo voluto lasciare nulla di intentato, prima di arrivare a questa decisione".
Così all'AdnKronos Angelo PIRAINO, segretario generale di Magistratura Indipendente, a proposito dello sciopero indetto dall'Anm per lunedì 16 maggio per protestare contro la riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario. Quanto ai distinguo emersi anche all'interno della magistratura, PIRAINO spiega: "I magistrati sono donne e uomini liberi, abituati a ragionare in modo indipendente, e dunque è giusto che la pensino diversamente. Forse tutti questi distinguo cesserebbero se si capisse che il rischio proprio riguarda questo modo di essere della magistratura, e che le future generazioni di magistrati, quelle che inizierebbero il loro cammino sotto il vigore della nuova riforma, potrebbero non avere la libertà stessa".
"Lo sciopero - aggiunge - ha lo scopo anche di far capire che queste riforme non sono utili per curare alle radici il male che i recenti scandali hanno rivelato. Tutti questi scandali avevano ad oggetto poltrone, nomine, e la radice di questo male è il Questa riforma rafforza i poteri gerarchici all'interno della magistratura, e questo non potrà che aumentare l' ansia di avere una poltrona, potenzierà il carrierismo. Coloro che hanno scritto la Costituzione avevano ben chiaro questo problema e non volevano una magistratura ordinata per gerarchie, per questo hanno scritto l'articolo 107 della Costituzione, che questa riforma tradisce".
"Sono personalmente convinto che sciopererà la maggioranza dei magistrati italiani - conclude il segretario generale di Mi -, ma se ciò non avvenisse potrebbe allora dire che l'Anm non è riuscito a far comprendere la gravità del momento, oppure che i magistrati italiani non lo ritengono davvero grave. In entrambi i casi l'Anm dovrà interrogarsi seriamente sulle ragioni di un così grave scollamento con la base dei magistrati che rappresenta".