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martedì, 28 gennaio 2025 20:05

INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2025

 lunedì, 27 gennaio 2025

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DISTRETTO DELLA CORTE D’APPELLO DI NAPOLI

Intervento del rappresentante del Consiglio Superiore della Magistratura: Consigliere Edoardo Cilenti

 
 

Signore e signori, gentili Ospiti, signor Ministro, Autorità tutte, porgo il saluto istituzionale del Consiglio Superiore della Magistratura in questa cornice unica di Castel Capuano, prestigiosa memoria della Giustizia che qui è custodita.
Saluto l’Arcivescovo di Napoli, il Cardinale Domenico Battaglia, e lo ringrazio per il suo inesauribile impegno verso la legalità e verso chi è in difficoltà.
Al privilegio si unisce l’emozione nel rivedere - tutte insieme - tante persone a me care.
Saluto i Consiglieri Miele, D’Auria - impegnato altrove - e Morello. A quest’ultimo sono legato da antichi sentimenti di amicizia che oggi rinnovo.

Il Distretto ha quattro Consiglieri eletti e ciò restituisce plasticamente l’energia e la vitalità di una realtà giudiziaria per la quale cerchiamo di adoperarci al meglio.
Con generosità si è adoperato in tutta la sua vita il Collega Giustino Gatti, magistrato di straordinario spessore umano e professionale. Per la sua recente scomparsa esprimo - qui - il cordoglio mio personale e del Consiglio.

Questa giornata è solenne perché “rendiamo conto” ai cittadini, vieppiù se sull’ennesima riforma della Giustizia, anzi della Magistratura, si annuncia un referendum dopo quelli già tenutisi il 12 giugno del 2022.
Con ventiquattro voti il Plenum ha deliberato un parere - critico - sulla riforma costituzionale, approvata in prima lettura appena pochi giorni dopo. Quattro i voti - “laici” - per la proposta di parere favorevole e una astensione.
Il parere, puntuale, analizza la congruità e proporzionalità del testo di revisione costituzionale rispetto agli scopi dichiarati, ovvero se la separazione delle carriere sia effettivamente necessaria e realmente funzionale alla parità processuale tra le parti, e se non rischi di tradursi in una eterogenesi dei fini.
Attraverso la comparazione tra piano processuale e ordinamentale, in modo istituzionalmente dialogante, netti nei contenuti ma sempre misurati nei toni, ci si è soffermati sull’asserita attuazione dell’art. 111 della Costituzione.
Il parere precisa che il passaggio di funzioni è ormai largamente inferiore all’1% - 0,31% - , e che per giurisprudenza costituzionale esiste una fisiologica a-simmetria strutturale tra i due interlocutori principali del processo penale, per essere il magistrato requirente un Organo Pubblico di Giustizia, primo garante del principio di eguaglianza e di effettività delle garanzie e delle tutele.

La suddetta certezza attinge sia dalla giurisprudenza costituzionale che dall’evoluzione in ambito europeo. Le differenze dei sistemi di giustizia in Europa impediscono uno statuto uniforme del pubblico ministero, - eppure - il modello italiano ha influito sull’istituzione della Procura Europea (EPPO) e di Eurojust, nella direzione di una dimensione unitaria, come si evince dall’art. 7 del relativo Regolamento del Parlamento europeo - Presidenza Tajani (4° comma, del Regolamento europeo UE 2018/1727 - Eurojust: «membri nazionali e aggiunti devono avere lo status di magistrato del pubblico ministero, giudice o rappresentante dell’autorità giudiziaria, con prerogative equivalenti a quelle di un pubblico ministero o giudice a norma del diritto nazionale»).

Ci si è chiesti in Plenum in che modo con la separazione delle carriere verrà perseguito un “miglioramento della giustizia”, giacché la Relazione illustrativa della legge costituzionale non fornisce elementi utili al riguardo.
L’art. 104 Cost. continua ad enunciare l’unità dell’Ordine Giudiziario, ma due magistrature separate e due CSM realizzano due Ordini Giudiziari separati, in controtendenza con la recente riforma Cartabia del 2022, che, al contrario, avvicina sempre di più il pubblico ministero al giudice.
Dopo la modifica costituzionale del 1999 sul giusto processo il legislatore è intervenuto più volte sul cambio di funzioni, ma mai ha messo in dubbio l’unicità della magistratura, tant’è che la Riforma Cartabia prevede la possibilità di almeno un passaggio di funzione.

Non c’è tempo per soffermarsi sulle aporie che caratterizzano i due Consigli Superiori e l’Alta Corte Disciplinare, istituita esclusivamente per i magistrati ordinari, ma si può dire che il senso della riforma restituisce un quadro di esplicita sfiducia e di complessivo svilimento.
Numerosi altri sono stati i pareri di Sesta Commissione resi su testi normativi o regolamentari, su richiesta del Ministro o di iniziativa: in materia di prescrizione; di archivio digitale delle intercettazioni; di attuazione della Riforma Cartabia; e, quindi, in materia di tabelle e progetti organizzativi; di accesso alla magistratura, alle funzioni di legittimità, alla Scuola della Magistratura, ai tirocini formativi; in materia di valutazioni di professionalità; di Consiglio Direttivo della Cassazione e di Consigli Giudiziari; in materia di funzioni direttive e semidirettive e procedure di conferma; in materia di riordino della disciplina dei fuori ruolo.

E ancora: sull’efficienza del processo civile, sui diritti delle persone e delle famiglie, in materia di esecuzione forzata, di giustizia civile e penale, di personale del Ministero della giustizia e in materia penitenziaria.
Nel “Comitato tecnico CSM - Ministero” sono stati oggetto di confronto i seguenti temi:
il PNRR e l’UPP; il processo penale telematico; l’aggiornamento e la sperimentazione dell’applicativo APP; le banche dati di merito; l’informatizzazione degli uffici minorili; le piante organiche dei Tribunali per le persone, per i minorenni e per le famiglie e la proroga del termine delle relative disposizioni; l’informatizzazione delle procedure concorsuali; la mobilità dei magistrati; il piano per l’efficienza della giustizia civile; le innovazioni in tema di protezione internazionale e immigrazione.
Con il c.d. “cruscotto PNRR” sono stati individuati gli uffici più efficienti attraverso uno studio sui moduli organizzativi adottati, nell’ottica della diffusione di quelli migliori.
Intensa è la collaborazione con la SSM: il tirocinio di 600 m.o.t. ha richiesto uno sforzo organizzativo inedito, e proprio in questo luogo il Presidente della Repubblica, a cui rivolgo il mio ossequio, si è compiaciuto di inaugurare la terza sede della Scuola, confermando sia lo sforzo formativo che il ruolo simbolo di Castel Capuano nella storia del diritto.
Azzerato l’arretrato, il 2024 è stato - dunque - l’anno della revisione ordinamentale delle circolari, ma non solo.
In Prima Commissione si è conclusa la revisione delle incompatibilità parentali e sono stati ridefiniti con maggiori garanzie i presupposti per il trasferimento d’ufficio ex art. 2 L.G.

Con venticinque voti a favore e cinque contrari, il Plenum ha approvato lo scorso novembre la delibera a tutela dei giudici di Bologna: un rinvio alla Corte di Giustizia Europea ha determinato una impropria e pesante esposizione mediatica di aspetti finanche di vita privata del Presidente del Collegio Giudicante, insinuando il dubbio di parzialità; il Consiglio è intervenuto con fermezza nel richiedere il rispetto dell’Istituzione Giudiziaria e l’abbassamento dei toni e delle tensioni.
La Terza Commissione si è prodigata su molteplici fronti e sulla mobilità di primo e secondo grado, che genera talora incomprensioni con i dirigenti degli uffici, ma che avviene sulla base di dati statistici precisi, tra i quali il carico pro-capite, e governando contingenze non sempre conciliabili, come la eccezionale scopertura degli organici di questi anni.
Al 20 gennaio le scoperture di organico sono ancora estremamente elevate: 1831, con una media nazionale del 17%. Il Distretto di Napoli registra il 13%.
Sono stati comunque avviati ulteriori bandi di tramutamento di primo grado, giudicanti e requirenti, e 39 posti sono di interesse per il Distretto di Napoli. La procedura sarà conclusa per metà aprile, per consentire la predisposizione delle sedi per i m.o.t. che saranno investiti della relativa scelta nel mese di maggio.
Quanto alle nuove assunzioni, altri concorsi sono in itinere e il Ministro lo potrà illustrare meglio di me.
Sul fronte della normazione consiliare, mi limito a dare conto di due circolari conseguenti alla Riforma Cartabia e ai decreti attuativi.
La prima attiene alla nuova composizione dell’Ufficio Studi del Consiglio, ampliata con professori, ricercatori e avvocati.

La seconda in punto di conferimento delle funzioni di legittimità e di collocamento fuori ruolo.
Con l’introduzione dell’istituto della riabilitazione è stata adottata in Quarta Commissione la relativa Circolare, d’intesa con la Sezione disciplinare, ed è stata altresì adeguata la normativa secondaria sulle valutazioni di professionalità.
La Quinta Commissione ha grandemente ridotto i tempi di definizione delle nomine, e attendiamo al banco di prova la riforma del Testo Unico sulla Dirigenza Giudiziaria, in attuazione del d.lgs. n. 44/2024.
La Settima Commissione ha definito le due circolari sull’organizzazione degli uffici giudiziari - giudicanti e requirenti - e ha avviato un monitoraggio sul processo penale telematico, laddove in più delibere il CSM aveva evidenziato al Ministero una serie di - riconosciute - criticità tecnologiche.
Persistendo i malfunzionamenti informatici, il Consiglio intende non lasciare in difficoltà magistrati, avvocati e cittadini, auspicando una transizione digitale “servente” alla giurisdizione e non “conformante”: nessuno può volere un mezzo telematico che prenda il sopravvento sui Codici.
Chiudo con i dati della Sezione disciplinare, che ha definizioni superiori alle sopravvenienze: 40 le assoluzioni, 27 le condanne, due delle quali hanno comportato la rimozione dalla magistratura.
Molto vi è ancora da fare.

Introduciamo regole troppo complicate e adempimenti sempre più gravosi a carico dei Colleghi. E questo vale per tutte le materie consiliari.
Auspico una semplificazione complessiva, legislativa ma anche di normazione secondaria, e una minore burocrazia.

La sfida contemporanea attiene al rischio di una giustizia diseguale, burocratizzata, disumanizzata e preda dell’algoritmo, mercatistica: è il mercato che sceglie i diritti convenienti da tutelare, e non vogliamo governare un ripiegamento formalistico della magistratura, che ha invece qualità altissime. La giustizia è sempre stata costantemente al centro del dibattito fin dai lavori della Costituente. L’Avvocato - napoletano - Giovanni Leone era nella Commissione Costituente dei settantacinque. Le sue posizioni emergono dai lavori preparatori. Un frammento di un suo discorso al CSM - pensate - del 1976 ci restituisce l’eterna attualità della disputa di cui anche oggi siamo attori:
Queste le parole:

“Alla magistratura occorre - finalmente - dare tutti quegli strumenti operativi di una struttura moderna, agile ed efficiente, e questo è un preciso e prioritario impegno di questa legislatura. Ma alla magistratura occorre dare anche quel clima di fiducia e rispetto che consente ai magistrati di operare con serenità. In questo senso “una cosa è la libertà di valutare le decisioni giudiziarie, che in un regime democratico è essenziale; altra cosa è l’aggressione a cui i magistrati sono sottoposti per informazioni travisate o per faziose impostazioni polemiche”. “Fiducia e mezzi operativi ai magistrati. Ed essi continueranno con coraggio e fermezza la loro azione al servizio dello Stato democratico”.

Vi ringrazio.

Consigliere Edoardo Cilenti

 

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