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LA RIFORMA BONAFEDE E LE INCONSISTENTI INTERLOCUZIONI DELLA GIUNTA ANM

 domenica, 16 febbraio 2020

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Magistratura Indipendente esprime profondo dissenso rispetto allo schema di disegno di legge del Governo sul processo penale varato dal CDM del 13 febbraio scorso.

Il testo del disegno di legge, pur recependo alcune delle proposte di riforma da sempre avanzate da Magistratura Indipendente - come la modifica delle norme in tema di notifiche, la digitalizzazione del processo, l’ampliamento delle possibilità di ricorso ai riti alternativi - interviene soprattutto sulla durata dei processi, sui tempi delle indagini e sulle sanzioni disciplinari dei magistrati, con previsioni che potranno avere un impatto devastante sulla magistratura.

Siamo di fronte alla cronaca di una morte annunciata del processo penale, ad una riforma che dell’efficienza del processo penale e della sua celere durata ha solo l’etichetta, proclamata in modo propagandistico dall’attuale governo.

Imporre termini rigidi per la durata delle indagini preliminari e per la durata del processo, prevedendo sanzioni disciplinari a carico dei magistrati in caso di loro mancato rispetto, così come riversare sul  “dirigente dell’ufficio” scelte organizzative che competono alla politica, al fine di assicurare una celere durata dei processi, sono misure che non realizzano alcun nuovo assetto della situazione attuale e dimostrano, ancora una volta, la mancanza di conoscenza dei reali problemi che affliggono il mondo della giustizia e l’incapacità della politica di farsene carico.
Con tali previsioni, peraltro, sarà inevitabile il rischio di “eccessiva responsabilizzazione” del dirigente dell’Ufficio, con un ripiegamento di tale ruolo verso un modello tecnocratico di natura manageriale.
  Per poter esercitare con credibilità e autorevolezza la funzione di amministrazione della giustizia il dirigente deve essere coinvolto nell’attività giurisdizionale: i capi devono continuare ad essere giudici e pubblici ministeri vicini a tutti i colleghi che hanno chiesto di dirigere. 

Nel disegno di legge, inoltre, è stato inserito il cosiddetto Lodo Conte bis, che prevede il blocco della prescrizione dopo la sentenza di condanna di primo grado (per chi viene assolto la prescrizione continua a decorrere).
Questo intervento di riforma contribuirà ad appesantire i carichi di lavoro con devastanti ricadute per le Corti d’appello e per la Corte di cassazione, gravate da un peso ormai insostenibile. A fronte di ciò, è del tutto inadeguata la previsione di inserire i giudici ausiliari nelle Corti d’Appello per il settore penale: è noto che analoga misura ha prodotto effetti deflattivi molto limitati nel settore civile.

Magistratura Indipendente ritiene che occorra pensare ad una riforma organica del processo penale che individui e rimuova le cause strutturali che ne determinano l’endemica lentezza.

Concepire una riforma del processo penale senza dotare il sistema giudiziario delle risorse umane, materiali e organizzative che rappresentano l’effettiva attuazione del principio costituzionale del giusto processo finirà per essere una riforma non per ma contro tutta la magistratura.

Sorprende quanto tiepida e del tutto inconsistente sia stata, in questo iter, l’azione di contrasto dell’attuale Giunta ANM, composta da Area, Unicost e AI.
In questi mesi che hanno preceduto l’annunciata riforma l’ANM e la sua Giunta dov’erano? Come hanno interloquito? Come hanno mediato?  E’ evidente che le interlocuzioni che ci sono state si sono rivelate del tutto insufficienti.
Solo ieri la Giunta, con un comunicato formalmente indignato, stigmatizza il disegno di legge, senza comunque contrastare adeguatamente il complessivo impianto della riforma.

L’inesistenza di una efficace azione di contrasto dell’Associazione, anche nell’immediatezza dell’approvazione del testo con i suoi articolati più devastanti, rivelano una incapacità politica della Giunta nella difesa delle prerogative della magistratura tutta e, con essa, del servizio giustizia.

Magistratura Indipendente non può consentire che si sgretoli ogni giorno la capacità dissuasiva e propositiva della magistratura italiana contro i tentativi di delegittimazione da qualunque parte e forza politica provenienti.

E’ necessario che l’ANM si intesti una battaglia chiara, netta, su principi non negoziabili che riguardano il diritto di ciascuna parte del processo, vittima o imputato, ad un giudizio giusto e celere, ed il diritto dei giudici a lavorare nella “normalità”, senza stress da “produttività”, per poter garantire la ragionevole durata dei processi.
A tal fine rivendica con forza che l’ANM riacquisti il proprio ruolo di autorevole interlocutore del Governo e si faccia promotrice di tutte le iniziative necessarie per modificare il testo approvato dal Consiglio dei Ministri.          
             

 Magistratura Indipendente
Il Presidente Mariagrazia Arena
 Il Segretario Paola D’Ovidio

 
 
 
 
 
 

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