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giovedì, 5 giugno 2025 11:01

CONVEGNI  

La riforma costituzionale: evoluzione o involuzione? Proposte e prospettive

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 mercoledì, 4 giugno 2025

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La proposta di riforma costituzionale presentata dal Governo ed approvata in prima lettura dalla Camera dei deputati, introduce significative modifiche nell’ordinamento della sola Magistratura ordinaria. Alla separazione delle carriere, cui consegue lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura, aggiunge la modifica del sistema di elezione dei componenti di quest’ultimo e l’introduzione di una Alta Corte disciplinare, che dovrà giudicare sugli illeciti di entrambe le magistrature, definendo le relative sanzioni. Essa è destinata a incidere profondamente sul sistema ordinamentale e dunque, sulla capacità di quest’ultimo di svolgere efficacemente il compito, che la Costituzione affida alla Magistratura, di assicurare il sistema di garanzie e di controlli ad essa demandata dal Costituente e dalle leggi ordinarie. Sul piano contenutistico, la riforma, profondamente innovativa, spinge a interrogarsi sulle finalità delle modifiche proposte e dunque, ancor prima del merito o della tecnica delle soluzioni adottate, sulle problematiche che essa intende ovviare e sulle prospettive che la stessa solleva. L’imparzialità del giudice, la natura giurisdizionale della funzione requirente, la rappresentatività del Consiglio superiore della magistratura quale Organo di governo autonomo della magistratura e, dunque, l’associazionismo giudiziario, l’esercizio del potere disciplinare sui magistrati, sono solo alcuni dei tantissimi temi chiamati in causa dal progetto riformatore. Sotto altro profilo, intimamente metodologico, la proposta si è fin qui contraddistinta per la mancanza di un effettivo confronto dialettico in ambito parlamentare, avendo il Governo puntato a una celere e sollecita approvazione del ddl da parte del Parlamento. Questo Convegno, organizzato da Magistratura Indipendente, che chiama al confronto esponenti politici e della magistratura in grado di esprimersi e dunque dialogare sui moltissimi temi toccati dal progetto di riforma, intende offrire, in relazione ad entrambi i richiamati profili, un momento alto di approfondimento, di riflessione e di confronto tra le diverse posizioni emerse sul medesimo progetto. La Carta costituzionale è espressione di comuni valori improntati ad ampia condivisione. E non potrebbe essere altrimenti, laddove si tenga conto che le stesse leggi di revisione costituzionale possono essere incostituzionali in quanto contrarie ai principi supremi dell’ordinamento costituzionale, ovverosia proprio quei principi che rappresentano l’espressione massima della condivisione e della comunanza su cui la Costituzione si regge. La Corte costituzionale lo ha riconosciuto nella sentenza n. 1146 del 1988, nella quale si è evidenziato che la Costituzione contiene alcuni principi supremi, che non possono essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale neppure da leggi di revisione costituzionale o da altre leggi costituzionali, e che devono identificarsi non solo con quelli che la stessa Carta fondamentale prevede quali limiti assoluti al potere di revisione costituzionale (ad esempio la forma repubblicana ai sensi dell’art. 139 Cost.), ma anche quei principi i quali, pur non essendo espressamente menzionati fra quelli non assoggettabili al procedimento di revisione costituzionale, appartengono all'essenza dei valori supremi sui quali si fonda la Costituzione italiana; tra quest’ultimi, sembra indubitabile, vanno senz’altro annoverati l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, tanto giudicante quanto requirente.
In uno Stato di diritto, tutti i poteri pubblici agiscono sempre entro i vincoli stabiliti dalla legge, nel rispetto dei valori della democrazia e dei diritti fondamentali e sotto il controllo di tribunali indipendenti e imparziali. In ambito europeo, lo Stato di diritto, sancito dall'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea, è la pietra angolare dell'Unione. Sebbene gli Stati membri abbiano identità e tradizioni nazionali diverse, il significato fondamentale dello Stato di diritto è lo stesso in tutti gli Stati membri e può essere definito in base a sei principi: legalità, che implica un processo trasparente, responsabile, democratico e pluralistico per l'emanazione delle leggi; certezza del diritto; divieto dell'esercizio arbitrario del potere esecutivo; tutela giurisdizionale effettiva da parte di tribunali indipendenti e imparziali, con un controllo giurisdizionale effettivo che includa il rispetto dei diritti fondamentali; separazione dei poteri; uguaglianza davanti alla legge. Questi principi sono stati riconosciuti dalla Corte di giustizia europea e dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Proprio dalla centralità degli argomenti attinti dalla prospettata riforma e dunque dalla delicatezza del contingente momento in cui ferve il dibattito attorno ai principi dalla medesima attinti, scaturisce l’idea di fare del Convegno Nazionale di Magistratura Indipendente un’occasione di approfondimento di una tematica di così ampie latitudini e profondità, così da fornire l’occasione per un dibattito e una riflessione, serena e rigorosa, circa il merito e il metodo del progetto riformatore.


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