Le elezioni per il rinnovo del Consiglio sono ormai prossime, ma il fronte delle riforme sul sistema elettorale non registra novità di rilievo.
Sono rimasti ignorati gli inviti a lavorare sulla riforma che il Capo dello Stato ha formulato sin dal 2015, intervenendo al C.S.M., e che ha ripetuto in un momento particolarmente difficile per tutta la magistratura nel 2020.
Tutto ciò fa temere che si possa arrivare, oggi come nel recente passato, a una riforma fatta sull'onda dell'urgenza, a ridosso delle elezioni, frutto di un dibattito parlamentare compresso e che non terrà conto dei contributi che potrebbero arrivare dall'accademia e dalla magistratura.
Tutto ciò ci induce a ritenere che non saranno concretamente valutati interventi più radicali, come quelli che prevedono l’innesto del sorteggio nella designazione dei candidati, verso i quali non abbiamo mai manifestato pregiudizi, pur consapevoli delle delicate implicazioni giuridiche di cui sarebbero gravidi.
Quale che sia la strada che verrà adottata dal legislatore, riteniamo imprescindibile che il prossimo C.S.M. sia il frutto di una scelta dei magistrati italiani libera da condizionamenti, sia interni che esterni alla magistratura.
Nel C.S.M. che vogliamo, dovranno essere garantite una rappresentanza equilibrata delle diverse professionalità dei magistrati e una composizione che tenga conto delle innegabili differenze di orientamento culturale, che esistono al nostro interno.
Occorre un sistema elettorale che valorizzi la capacità dei candidati di riscuotere un consenso il più ampio possibile, tale da superare le barriere associative, e che, al contempo, non si presti a essere influenzato da accordi stretti in sede associativa.
Per tale ragione esprimiamo il più netto dissenso rispetto a qualsiasi ipotesi di riforma che preveda il ricorso al ballottaggio, che è il luogo privilegiato di accordi tra gruppi.
Siamo un gruppo che ha testimoniato, con le proprie scelte passate nella individuazione delle candidature al C.S.M. e nella scelta della dirigenza, una specifica sensibilità al tema della adeguata rappresentanza di genere, e riteniamo che tale problema vada affrontato e risolto in sede di individuazione delle candidature.
La scelta di fondo che si rinviene nel testo elaborato dalla Commissione nominata dal Ministro della Giustizia, presieduta dal prof. Massimo Luciani, di suddividere il territorio nazionale in più collegi plurinominali, è coerente con l’obiettivo di ridurre la possibilità di condizionamenti del voto. Tale suddivisione appare lo strumento idoneo per consentire di avvicinare maggiormente i candidati agli elettori, rendendo non più indispensabile l’appoggio delle correnti, ma non dovrà essere tale da consentire influenze frutto di esasperati localismi.
Esprimiamo, invece, forti perplessità sul sistema elettorale previsto dal medesimo testo, che attribuisce particolare peso alle seconde e terze preferenze correlate ai candidati più votati, perché tale sistema si presta alla elaborazione di “cordate” e, dunque, a condizionamenti del voto, frutto di accordi correntizi.
Non possiamo correre il rischio di ripetere gli errori del recente passato, che ha visto introdurre un sistema elettorale propagandato come la panacea per spazzare via le correnti, poi rivelatosi il più efficace strumento per amplificarne l’influenza.
Nell’ottica di una riflessione collettiva sui possibili ambiti di riforma del sistema elettorale del C.S.M., Magistratura Indipendente auspica l’adozione di un sistema elettorale che garantisca la parità di genere delle candidature, preveda la suddivisione del territorio in una contenuta pluralità di collegi plurinominali e l’elezione dei candidati secondo il criterio maggioritario puro a preferenza singola.
Occorre fare presto, perché il tempo della scadenza dell’attuale consiliatura è ormai prossimo, ma occorre altresì far bene, e Magistratura Indipendente è pronta a dare il suo contributo di riflessione e proposta, nella speranza che la scelta, qualunque essa sia, costituisca il frutto di un confronto franco e trasparente.
Roma, 8 ottobre 2021
Magistratura Indipendente