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Le dimissioni dei consiglieri del CSM

 giovedì, 18 giugno 2009

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Magistratura Indipendente condivide l’obbiettivo di difendere il Consiglio Superiore della magistratura da iniziative finalizzate ad una sua delegittimazione. Il CSM va tutelato sempre per il suo ruolo di organo chiamato a realizzare attraverso ogni sua decisione i valori di indipendenza ed autonomia, esterna ed interna, dei magistrati italiani.

Magistratura Indipendente riconosce che il CSM ha svolto in questi anni, con impegno apprezzabile, un enorme lavoro per dare attuazione alla riforma dell’Ordinamento Giudiziario. Ma, al tempo stesso, non si nasconde dietro un generico “tutto va bene”, perché sono emerse difficoltà, avvertite anche dai colleghi, nelle quali versa il sistema. Poste queste essenziali premesse, Magistratura Indipendente non condivide la decisione di alcuni consiglieri di dimettersi dalla Quinta Commissione in segno di protesta per le dichiarazioni rilasciate dal Ministro Alfano.Si tratta di dichiarazioni che, pur nella loro estrema genericità, lanciano accuse gravi, alle quali va data adeguata risposta.
Ma la risposta non può essere quella, apparentemente emotiva e clamorosa, delle dimissioni perché in tal modo si replica ad attacchi suggestivi con un atto altrettanto suggestivo, che lascia in secondo piano il vero nodo del problema.
Se il Ministro accusa il CSM di pratiche di lottizzazione, addirittura in un quadro di programmazione a tavolino nell’assegnazione degli incarichi direttivi, la risposta efficace non è quella di abbandonare la Commissione, rendendola di fatto non più operativa.
La risposta deve essere quella di dimostrare, dati alla mano, che quelle accuse sono infondate e immeritate. La risposta deve consistere in una puntuale elencazione dei provvedimenti di nomina - almeno per gli incarichi più significativi – dai quali si possa ricavare che l’appartenenza del candidato prescelto e di quelli soccombenti ad un gruppo associativo piuttosto che ad un altro, ovvero la non appartenenza ad alcun gruppo, non ha in alcun modo inciso sulla decisione.
La risposta deve tradursi in una altrettanto documentata dimostrazione che il CSM ha sempre adottato i medesimi criteri valutativi, assicurando in tal modo l’imparzialità e l’uniformità nei suoi provvedimenti. Altrimenti si corre il rischio che, per l’ennesima volta, alla provocazione di un esponente politico si replica secondo una logica di difesa che non aiuta in alcun modo tutti i magistrati e tutti i cittadini italiani a comprendere quale sia la verità; chi abbia ragione e chi abbia torto.
La credibilità del Consiglio Superiore della Magistratura e di tutta l’istituzione giudiziaria non è una partita che si deve giocare con un singolo Ministro od una singola maggioranza di governo, ma è questione di interesse vitale per tutta la comunità: ed a quest’ultima devono essere date spiegazioni dettagliate e risposte documentate.Magistratura Indipendente è pronta a contribuire ad una comune, trasparente e pubblica riflessione in questa direzione.
La segreteria nazionale di Magistratura Indipendente
 
 
 
 
 
 

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