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martedì, 16 luglio 2024 10:38

LE NOSTRE PROPOSTE PER RINSALDARE IL LEGAME DELL’A.N.M. CON I SUOI ASSOCIATI

 sabato, 28 maggio 2022

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Abbiamo sposato con convinzione la scelta di scioperare, perché abbiamo visto i pericoli insiti nell’impostazione verticistica e iperproduttivistica della magistratura, che costituisce l’ossatura della riforma elaborata dal Governo, e continuiamo a ritenere che fosse assolutamente indispensabile attirare l’attenzione della collettività sul lento ma inesorabile allontanamento dal modello costituzionale della magistratura.

Però è innegabile che poco meno della metà dei magistrati italiani ha aderito allo sciopero indetto dall'Assemblea Generale dell'A.N.M. del 30 aprile 2022: a fronte di un deliberato adottato con il voto di 1081 colleghi a favore e 169 contrari, 4554 magistrati non hanno aderito allo sciopero.

Da tempo assistiamo ad assemblee locali poco partecipate, il dibattito sui canali informatici è ormai spesso popolato da poche voci, mentre la stragrande maggioranza rimane silente.

Ora anche lo strumento più importante di protesta del quale la magistratura dispone, al quale si è fatto ricorso solo in momenti di grave crisi, ha registrato la mancata adesione della maggioranza degli associati.

È l'ultima tappa di un percorso iniziato ormai molto tempo fa, che ha visto un progressivo scollamento tra la base dei magistrati e i suoi rappresentanti democraticamente eletti. Un percorso che sta minando, in modo progressivo e finora inarrestabile, il rapporto fiduciario che lega l'associazione ai suoi associati e che rischia di lasciare la magistratura priva di una voce forte ed autorevole nelle sue interlocuzioni con le altre istituzioni.

Occorre invertire la tendenza, perché se non si agirà con rapidità e determinazione, la perdita di rappresentatività rischia concretamente di danneggiare in modo irreversibile la magistratura tutta.

Quanto è accaduto ci deve indurre a ragionare sul modo di restituire maggiore rappresentatività agli organi sociali, di coinvolgere di più i colleghi nella scelta delle linee di azione dell'associazione e sull’esigenza di comprendere a fondo le ragioni per le quali i colleghi contrari allo sciopero non hanno partecipato all'assemblea, per esprimere in quel luogo il loro dissenso.

Per queste ragioni, il gruppo di Magistratura Indipendente chiede che il Comitato Direttivo Centrale e la Giunta Esecutiva Centrale, nell'ambito delle rispettive competenze statutarie, adottino i seguenti provvedimenti:

1)    convocazione delle prossime sedute della GEC e del CDC nei distretti di corte d'appello sul territorio, iniziando da quei distretti in cui si è registrata la minore partecipazione allo sciopero;

2)    trasmissione a tutti gli associati dell'attuale programma della GEC e contestuale indizione di una consultazione telematica aperta a tutti, con modalità tali da garantire l'anonimato, al fine di consentire agli associati di indicare l'ordine di priorità dei punti che già fanno parte del programma e di suggerire ulteriori punti;

3)    proposta di modifica dell'art. 17 dello Statuto dell'A.N.M., con la previsione dello stesso quorum costitutivo già previsto per la prima convocazione anche per tutte quelle successive;

4)    adozione di risolute iniziative volte a sollecitare il Consiglio Superiore della Magistratura a determinare in modo omogeneo i carichi esigibili secondo le richieste formulate con i documenti recentemente approvati dal C.D.C., riprendendo la proposta elaborata, nel corso dell’attuale consiliatura, dal gruppo di lavoro istituito dalla quarta Commissione del C.S.M. sugli standard di rendimento nel settore civile.

Il Gruppo di Magistratura Indipendente

 
 
 
 
 
 

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