Anch'io desidero aggiungere, soprattutto per i giovani che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, una brevissima testimonianza di ammirazione e di affetto per Piero che è stato veramente un grande anzi un grandissimo nel panorama della magistratura.italiana, in qualsiasi ruolo che abbia ricoperto. Riusciva infatti ad assommare in sè tutte le virtù che si vorrebbero in un magistrato, a partire da una intelligenza semplicemente sublime e da una "onestà intellettuale" che è molto più facile declamare che praticare. Ho sempre pensato che non sarebbe stato così come era se non avesse avuto la fortuna (almeno io la ho sempre considerata tale) di cominciare gli studi universitari non con la "giurisprudenza" ma con la "filosofia". E' di lì infatti che a mio avviso veniva quella sua enorme capacità di alzare lo sguardo al di sopra delle miserie umane alla ricerca di spazi superiori di comprensione e interpretazione razionale e umana sia dei singoli casi sia dei fenomeni sociali, politici, economici, criminali nel loro complessivo evolversi. Ed è per questo che riusciva sempre a conservare in qualsiasi frangente (tranne quando giocava a scopone scientifico dove il suo spirito combattente lo travolgeva) quella serenità quel distacco quella razionalità che gli conferivano quella lucidità e quella capacità dialettica ed argomentativa che tutti gli hanno sempre riconosciuto e che molti temevano. Credo di dir tutto di Lui, se aggiungo che, se io fossi legislatore o governante (ma non sono e quindi non accadrà), intitolerei a lui la Scuola della magistratura di prossima inaugurazione. Quel che è certo è che MI (di cui è stato Presidente e di cui ha incarnato fino in fondo gli ideali e i sentimenti etici) deve fare qualcosa perchè il Suo ricordo sia assicurato per le nuove generazioni di magistrati.
Marcello Maddalena