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Operazione gattopardo seconda edizione: il mistero dell'emendamento scomparso (!)

 martedì, 9 luglio 2019

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Correva l'anno 2011 quando i magistrati italiani tentarono - invano -  di introdurre delle rigorose incompatibilità ANM / CSM. 

Identica si annuncia la sorte 8 anni dopo.

Tanta indignazione per la questione morale, guardando ai gravissimi accadimenti di cui alle recenti cronache, ha indotto prima la Gec in via di urgenza e poi il CDC a “vietare” la candidatura di suoi esponenti alle prossime elezioni suppletive al CSM.

Epperò, quando si tratta di introdurre una regola che valga per sempre - e per se stesso – il CDC si rimangia i principi di cui si era fatto vanto e di fatto tutela, tra gli attuali componenti, i suoi prossimi candidati al CSM.

Nella riunione di sabato 6 luglio (programmata per varare l’auto-riforma dello Statuto ANM) si procede abbastanza spediti, ma quando si giunge ad approvare l'art.25 bis, qualcosa si inceppa.    

Ecco il testo approntato da tempo dalla commissione ANM:    

Art. 25 bis

I Componenti del CDC in carica, e coloro che hanno ricoperto tale mandato nei quattro anni precedenti,  non possono candidarsi per le elezioni del Consiglio Superiore della Magistratura.

Al momento del voto, tale testo risulta emendato: ma l'emendamento non risulta depositato né, pervero, vi è un testo scritto di tale emendamento: il testo, contenuto in un telefono cellulare (!), viene letto all’Assemblea con la fatica di numerosi rimandi, aggiunte ed interpolazioni;

poi si sollecita un voto rapido, non senza lamentarsi per la scarsa collaborazione e l’insistenza nel chiedere chiarimenti.

Dall’ascolto (!) dell’orale emendamento si riesce comunque ad arguire che con esso gli attuali componenti del CDC allungano l’elenco degli incompatibili ma provano a guadagnare per se stessi il "via libera" per le prossime elezioni generali del CSM (in effetti, non si sa nemmeno quali riforme bussino alla porta, ma, prudenzialmente, si reputa opportuno tenersi le mani libere: non si sa mai). 

Alla richiesta formale di deposito del testo scritto dell’emendamento con assunzione di paternità e di un dibattito approfondito, i gruppi di maggioranza arrivano ad annunciare non già la prosecuzione dei lavori per l’approvazione delle modifiche statutarie da sottoporre all’assemblea generale fissata a settembre, bensì la volontà di un rinvio del CDC e della stessa Assemblea.

Sono da poco scoccate le ore 16.00.

C'è tutto il tempo per affrontare la discussione, ma … niente.

Tutti ora hanno fretta di tornarsene a casa. E poi, si dice, forse ci saranno “ben altri” problemi da affrontare in caso di progetto di riforma del CSM.

Dunque, si decide a maggioranza - con il solo voto contrario di M.I. - che la questione sarà ripresa in un CDC "estivo", anche perché frattanto, per errore, il testo dell’emendamento è stato cancellato dal cellulare.

Questa, in estrema sintesi,  la cronaca di una giornata poco edificante (la ripresa audio-video della riunione è disponibile on line su radio radicale). 

La previsione è che la maggioranza del CDC, composta ora da Area, Unicost, Aei, voterà per un emendamento riduttivo rispetto al testo originario, preferendo stabilire un’incompatibilità tesa esclusivamente ad ottenere l'impegno ad esaurire il mandato in ANM prima di potersi candidare al CSM.

Magistratura Indipendente ritiene di doversi dissociare da questo modo di procedere. 

Non si può condividere un percorso di rinnovamento di estrema superficie, che esclude alcuni ma include altri (e soprattutto se stessi), senza affrontare il vero tema sotteso al concetto di incompatibilità:

quello di impedire che vi sia una sorta di cursus honorum di persone che in sede associativa rischiano di perseguire interessi propri non sempre coincidenti con quelli dei rappresentati, obbedendo ad esigenze di conservazione e ‘riproduzione’ nel tempo.

 

I rappresentanti al CDC di Magistratura Indipendente

 
 
 
 
 
 

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