Introduzione dei lavor i- Maria Ilaria Romano - Segretario Distrettuale di Magistratura Indipendente - distretto di Napoli.
Buonasera a tutti, a me spetta l’onore di introdurre i lavori dell’odierno convegno di studi, che si caratterizza, lo dico con orgoglio e convinzione, per l’elevato profilo dei relatori coinvolti. Sulle tematiche oggetto di riflessione si confronteranno non soltanto, come di consueto, i protagonisti del diritto in azione, avvocati e magistrati, ai quali compete evidentemente il governo del sistema applicativo delle norme, la gestione del processo e l’amministrazione della giustizia ma anche, e questo per noi è un onore oltre che un’occasione importante di apprendimento, i custodi della speculazione scientifica, esponenti autorevoli e qualificanti dell’accademia, alla quale si deve la chiarezza della visione scientifica del diritto, a cui la prassi deve sempre guardare come stella polare del percorso applicativo.
Si confronteranno, inoltre, autorevoli componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, che ringraziamo per l’attenzione a noi rivolta.
Un ringraziamento particolare all’Onorevole Francesco Sisto, Vice Ministro della Giustizia, per essere tra noi nonostante gli innumerevoli e concomitanti impegni professionali.
Ci confronteremo, allora, con lo stile e la cifra comportamentale che deve caratterizzare l’operato del giurista, il quale alimenta la politica sollecitando il confronto ma non si sostituisce al legislatore conservandone e rispettandone le decisioni.
In quell’ottica di rispetto istituzionale che presiede irrinunciabilmente all’equilibrio dei poteri nello stato di diritto.
Di detta impostazione, che si nutre di impegno e di responsabilità, e che mai accantona la disciplina istituzionale, il rispetto dei ruoli ed il riconoscimento delle attribuzioni, lasciatemelo dire, si nutrono ed alimentano da sempre la visione e l’operato di Magistratura Indipendente, che ricostruisce la figura di magistrato proprio connotandola e nutrendola del valore della moderazione, dell’equilibrio e della responsabilità istituzionale
Ho il piacere di preannunziare, peraltro, che l’incontro di oggi non resterà isolato ma costituirà il primo di una serie di eventi di cui il nostro gruppo, in collaborazione con l’Università Vanvitelli della Campania, si è già reso promotore e organizzatore.
Sono certa che i risultati di una dialettica così qualificata saranno appaganti ed entusiasmanti.
Ci auguriamo che essi foniscano un contributo significativo sia in chiave di consapevolezza dell’operatore che per favorire soluzioni ermeneutiche ed interpretative sagaci e coerenti con gli intenti perseguiti dai decisori politici con il corredo valoriale che sottende alla riforma.
Una riforma che ha sicuramente il pregio di presentarsi come una occasione per affrontare e risolvere il grande problema che affligge la giustizia italiana e, quindi, i ritardi e le inefficienze che incidono inesorabilmente sulla durata dei processi, comportando molte volte la condanna dello Stato da parte della Corte Europea dei Diritti dell’uomo per violazione del principio dell’equo processo di cui all’art. 6 CEDU e all’art. 111 Cost.
Il carico degli uffici giudiziari ripropone, infatti, l’immagine di un sistema in affanno, sistematicamente carente e strutturalmente disorganico.
La riforma si presenta, allora, senza dubbio, come un’occasione per snellire i processi penali e alleggerire il carico giudiziario nel tentativo di restituire un sistema efficiente in termini di coerenza e ragionevolezza.
Emerge sicuramente e con chiarezza, infatti, la direzione finalistica della riforma verso un concreto snellimento del procedimento penale perseguibile attraverso interventi volti ad incidere, in primo luogo, sulla disciplina delle indagini preliminari e sull’udienza preliminare.
Trattasi, tuttavia, di una riforma che presenta profili di criticità applicative.
La data di entrata in vigore della riforma è ormai alle porte e Magistratura Indipendente ha avvertito l’esigenza, doverosa, di discuterne al fine di tracciare il percorso per la soluzione di alcune di dette criticità.
Lo faremo oggi con i nostri illustri relatori.
Passo la parola, allora, a coloro che interverranno dopo di me, per non sottrarre tempo prezioso ai relatori. Grazie ancora a tutti.
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