La nota della Camera penale: «Accusiamo quei magistrati del merito che, sordi alle condizioni delle carceri, continuano nell’abuso dell’utilizzo della custodia cautelare». La reazione: «Utilizzata una situazione tragica per delegittimare l’operato della magistratura tutta»
È scontro tra magistratura - o almeno la corrente che ha vinto le ultime elezioni per il Csm - e avvocati, sul delicato e drammatico tema dei suicidi in carcere: «La Camera penale - si legge in una nota della sezione distrettuale di Magistratura indipendente (Mi) - non ha perso l'occasione di formulare affermazioni pretestuose, infondate, generiche e prive di argomentazioni in relazione all'attività della magistratura all'evidente fine - non se ne vedono altri - di screditarne l’immagine».
I rappresentanti di Mi si riferiscono a una nota della stessa Camera penale, pubblicata dai penalisti dopo l’ennesimo suicidio di un detenuto. Di cui i magistrati ricordano un passo: «Noi accusiamo quei magistrati del merito che, sordi alle condizioni delle carceri, continuano nell’abuso dell’utilizzo della custodia cautelare. Noi accusiamo quella magistratura di sorveglianza che si limita al burocratico smaltimento dei fascicoli, con tempi incompatibili con l’attenzione alle persone».
«Nel comunicato - afferma ancora la segreteria distrettuale di Mi - i magistrati di sorveglianza vengono descritti come operatori pigri e insensibili, laddove per quelli dell'ufficio requirente e del gip si parla senza mezzi termini di abusi che sarebbero perpetrati in danno dei soggetti privati della libertà personale. Al di fuori di un'ipocrisia, questo è l'esatto messaggio che il comunicato vuole trasmettere».
Ed ecco la reazione: «A questo punto, anche noi accusiamo. Accusiamo la Camera penale di avere strumentalmente utilizzato una situazione tragica - che vede i magistrati coinvolti in prima persona, attraverso scelte professionali delicate, complesse e sempre effettuate nell'interesse supremo della giustizia, come pericolosi autori di abusi (senza che di tali abusi si faccia specifica menzione e si portino elementi di conferma degli stessi, indicando chi, quando, come e perché sarebbero stati commessi) - al fine di
delegittimare l’operato della magistratura tutta». E ancora: «Accusiamo la Camera penale di essersi dimentica di sottolineare il carico di lavoro degli uffici giudiziari, che inevitabilmente condiziona i tempi delle risposte che il sistema nel suo insieme è in grado di fornire. Accusiamo la Camera penale - si legge ancora nella nota - soprattutto, di avere formulato una critica all’attività giudiziaria senza fondarla su elementi precisi, concreti e specifici».
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